Dominazione araba in Sicilia: il dialetto siciliano custodisce molti termini provenienti dalla lingua araba. Scopriamone alcuni.
Marzà al Hamen, come è noto, è un termine di origini arabe dal quale deriva il nome della nostra Marzamemi.
Ma ciò che molti di noi non sanno è che moltissimi termini del dialetto siciliano che oggi parliamo, provengono dalla stessa matrice araba.
Quella della dominazione araba in Sicilia è una lunga storia, iniziata nell’anno 827 e che si protrasse per i 200 anni successivi.
Durante i 200 anni della loro dominazione, gli Arabi portarono nell’isola la cultura, la poesia, le arti, le scienze orientali e abbellirono il loro regno con monumenti stupendi. Questo infatti fu un popolo molto colto, che esercitò un potere improntato alla tolleranza. Non perseguitarono i cristiani ma si accontentarono di far pagare loro una tassa consentendo la libertà di culto.
Pochi infatti furono i tentativi di ribellione e vani furono i tentativi di riconquista da parte di Bisanzio.
Ancora oggi nella nostra lingua usiamo termini come gebbia, la vasca di raccolta delle acque, saja, i canali, senia ruota del mulino ad acqua, ecc.
E poi abbiamo anche termini commerciali come: funnacu (fondaco), tariffa, sensale; termini agricoli come fastuca (pistacchio), zagara (i fiori dell’arancio o del limone), zibibbu (una varietà di uva), giggiulena (sesamo); vocaboli come calia (ceci abbrustoliti), giurana (rana), zotta (frusta); o cognomi come Badalà o Vadalà (servo di Allah) Fragalà (gioia di Allah) ecc.
Nella cucina, dal cuscus alla cassata, alle arancine. Tutta la nostra cucina ha una forte impronta araba che si riconosce nell’uso delle spezie, dello zucchero e dei profumi. Inoltre, antichi riti di magia, credenze popolari, come le “truvature”; scongiuri e pratiche di fattura che derivano direttamente dal fondo dell’anima araba della Sicilia, come giustamente annota l’etnologo Giuseppe Pitré. Per strano che possa sembrare sedici secoli di ellenismo sono stati quasi annientati dall’arabismo che in soli due secoli è riuscito a lasciare una forte impronta che né Normanni, né Svevi, né Spagnoli o Francesi e per ultimo i piemontesi sono riusciti a cancellare.
Questo può significare una cosa sola: la dominazione araba non fu mero dominio ma integrazione con i popoli autoctoni e dovrebbe essere da esempio.
fonte: ilportaledelsud.org