In occasione del 72° anniversario della festa della liberazione, abbiamo deciso di fare un piccolo excursus su quanto avvenne partendo dallo sbarco degli Alleati in Sicilia nel settembre del ’43.
La seconda guerra mondiale tende ad essere percepita in Italia come un fenomeno omogeneo che ha riguardato tutta la penisola.
Se però ci si sofferma a osservare con un occhio più attento pare che questo fenomeno prenda connotazioni molto diverse a seconda della posizione geografica.
Oggi ci occuperemo di approfondire quella che è la storia di quanto accadde in Sicilia, che pare essere un caso particolare, dopo lo sbarco degli alleati americani.
Questo è quanto leggiamo sul sito della Associazione Nazionale Partigiani d’Italia , che afferma che la guerra in Sicilia finì decisamente prima rispetto al 25 Aprile del ’43, e precisamente il 9 Luglio dello stesso anno, data dello sbarco degli alleati americani in Sicilia.
L’antimilitarismo siciliano e i “non si parte”
E ancora il sito dell’ANPI scrive:
Si sono così relegati a studi localistici eventi e fenomeni che si ebbero nel sud Italia. È ciò che è avvenuto ad esempio ai moti nel ragusano, all’insurrezione antimilitarista nota come la rivolta dei “Non si parte”.
Dal dicembre 1944 al gennaio 1945 in diverse zone della Sicilia si ebbero manifestazioni e sommosse per evitare l’arruolamento dei giovani nell’esercito regio, impegnato nella liberazione dell’Italia continentale. I “Non si parte”furono un fenomeno largamente incompreso, sia dai partiti del CLN che dal governo Bonomi succeduto a Badoglio, sia dagli Alleati. Il movimento venne infatti etichettato come filo fascista, reazionario e separatista. Di fatto fu espressione di uno spontaneo antimilitarismo da parte di una popolazione stanca, a cui era stato chiesto di sacrificare nuovamente i propri figli alla guerra e le proprie fatiche al Paese cambiando però scopo e nemico, ribaltando quello che le era stato detto fino a quel momento. La popolazione aveva totalmente perso la fiducia nei ranghi dirigenti, e l’obbligo di leva venne interpretato come un ulteriore sopruso che privava nuovamente le famiglie dei propri cari e la terra di braccia giovani e forti.
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La prima mobilitazione contro l’arruolamento obbligatorio si ebbe ad Enna l’11 dicembre 1944, presto seguita da quelle di Palermo, Messina e dei comuni delle province di Agrigento, Caltanisetta, Ragusa, Siracusa e Trapani.
Dunque una parte della Sicilia si mobilitò per NON FARE LA GUERRA, e ci sembrava motivo d’orgoglio parlarne e ricordarlo.
Specialmente in questo periodo, dato il contesto storico e sociale in cui siamo immersi.
Vi auguriamo un 25 Aprile sereno!