Cucunci e Capperi: scopriamo quali sono le differenze in termini di uso e di sapore.
Cucunci e capperi sono alimenti base nella dieta mediterranea, scopriamo di più allora sulle loro differenze.
La pianta del cappero (Capperis Spinosa) è originaria dell’Asia Minore e della Grecia.
Nasce spontaneamente su terreni calcarei asciutti, ma può anche essere coltivata.
Il periodo di pieno fermento è Maggio, quando sugli arbusti si trovano contemporaneamente boccioli, fiori e frutti.
La raccolta non è un’operazione semplice e si effettua con un rito quasi sacrale.
Si tratta di un lavoro molto delicato, che avviene solo ed esclusivamente a mano, molto faticoso.
Solo mani molto esperte sono in grado di fare la raccolta con perizia: i boccioli vengono raccolti ad uno ad uno per non danneggiarli.
Generalmente viene fatta ogni giorno, per tutta l’estate, all’alba o, comunque, nelle prime ore del mattino, sia per evitare il solleone ma anche per raccogliere appunto i boccioli prima della fioritura.
Quel che noi conosciamo come cappero, è il bocciolo non ancora aperto. Se non si coglie, e si lascia sbocciare il fiore, si avrà il frutto, ovvero il cucuncio.
I capperi sono più piccoli all’aspetto, mentre i cucunci hanno una bella forma affusolata.
I cucunci hanno ancora i semi, ma se colti nel periodo giusto non sono fastidiosi da masticare. I capperi sono più profumati e i cucunci più carnosi e sapidi.
Entrambi vengono tradizionalmente conservati sotto sale;
I capperi si preparano cogliendo appunto i boccioli, lasciandoli asciugare al sole per due giorni e poi riponendoli in un vaso (di vetro) con pari quantità di sale grosso. Ogni giorno si formerà un liquido, che viene tolto.
Nel momento in cui il liquido si esaurisce, i capperi sono pronti per essere consumati: si tolgono dal sale grosso e si immergono per la conservazione in una acqua e aceto (metà e metà).
Il medesimo procedimento vale per i cucunci.
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